Il Ruolo di SINAGECO e le Sfide – Criticità della Gestione dei Beni Confiscati alla Criminalità Organizzata

immagine articolo 06.01.2025 – riservata

Il Ruolo di SI.N.A.G.ECO

SI.N.A.G.ECO, si conferma un attore fondamentale nella gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, quale Sindacato Nazionale degli Amministratori Giudiziari e dei Coadiutori. Questo ente, dotato di rappresentatività sindacale, attraverso il documento di rappresentatività sindacale,  è presente per tutelare i diritti di commercialisti e avvocati coinvolti nel settore,  che  collaborano con la Magistratura e con l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata (ANBSC). Tuttavia, l’impegno di questi professionisti si scontra spesso con complessità operative e criticità gestionali che richiedono attenzione istituzionale e soluzioni concrete.

Questi esperti operano in stretta collaborazione con la Magistratura e l’ANBSC, affrontando quotidianamente le complessità e le criticità di un incarico che richiede un elevato grado di preparazione, organizzazione ed efficienza. La loro attività include non solo la gestione e la valorizzazione dei beni confiscati, ma anche il compito di restituirli alla comunità per scopi sociali o istituzionali.

Un Lavoro di Alta Complessità

La gestione dei beni confiscati è un compito che non lascia spazio all’improvvisazione. Richiede un elevato livello di competenza, organizzazione e capacità di risolvere problematiche complesse. Le attività includono la valorizzazione dei beni per restituirli alle comunità, ma necessitano di risorse adeguate, sia in termini di personale che di strutture operative. Gli oneri connessi, dai costi di funzionamento agli stipendi dei collaboratori, devono essere coperti attraverso compensi liquidati puntualmente, una condizione che non sempre trova riscontro nella realtà attuale.

Per garantire risultati efficaci, è fondamentale un’organizzazione di studio solida, capace di affrontare le numerose sfide operative. Tali incarichi richiedono risorse significative, inclusi i costi di funzionamento e del personale, rimborsati attraverso i compensi liquidati.

Il Nodo della Remunerazione

Una delle principali criticità è rappresentata dai ritardi nei pagamenti da parte dell’ANBSC. Questa problematica, che si protrae da anni, pesa fortemente sui professionisti coinvolti, i quali sono spesso costretti ad anticipare risorse significative senza certezze sui tempi di liquidazione. SI.N.A.G.ECO sottolinea che la puntualità nei pagamenti è essenziale non solo per garantire la continuità operativa, ma anche per preservare la motivazione e l’efficienza dei professionisti.

I Coadiutori dell’agenzia, infatti, non possono farsi carico di anticipare per lunghi periodi gli stipendi dei propri collaboratori di studio senza avere garanzie sui tempi di liquidazione dei compensi. La certezza nei pagamenti è una condizione imprescindibile per mantenere alta la motivazione e la qualità del lavoro.

Collaborazione e Soddisfazione del Personale

Il rapporto tra i Coadiutori e i dipendenti dell’ANBSC è fondamentale per il buon esito delle operazioni di gestione. Tuttavia, desta preoccupazione la recente notizia di presunti errori interni che avrebbero impedito all’Agenzia di erogare gratifiche e riconoscimenti di carriera al proprio personale.

Colpisce e conduce alla riflessione quanto riportato dalla stampa, “L’agenzia dei beni confiscati e sequestrati alle mafie è appunto un’articolazione dello Stato. Ci lavorano 198 persone, molto sotto pressione perché al di sotto delle circa 300 che sarebbero necessarie e previste. Parte del personale è comandato da altre Amministrazioni. Ci sono poi i coadiutori, incaricati dall’Agenzia: sono professionisti che spesso nella fase istruttoria del sequestro erano già amministratori giudiziari di questo o quel bene. Tempo fa per loro ci furono problemi, e polemiche, sul compenso ora ai lavoratori dell’Agenzia è stato negato il premio annuale (si chiama Fondo risorse decentrate, viene erogato ogni anno prima di Natale ma quest’anno no).
Come mai? Il Ragioniere generale dello stato e il dipartimento della Funzione pubblica hanno dato parere negativo. E perché? Perché “l’ufficio competente” – un dirigente, un funzionario, impiegati pubblici – ha utilizzato un “criterio errato” per calcolare le somme da erogare a dipendenti e collaboratori. Così anziché correggere presto l’errore lo Stato ha deciso di non pagare, sotto Natale, chi lavora in Agenzia. Inoltre non ci potranno essere quest’anno progressioni di carriera, per ragioni di burocrazia sottile che non sto a elencare qui. L’agenzia è vigilata dal ministero dell’interno. Gestisce la delicatissima materia della destinazione dei beni confiscati per restituirli alle comunità a scopo sociale o istituzionale. Occuparsi di queste persone sarebbe un gesto concreto . Problemi legati a ritardi nei pagamenti e a errori burocratici hanno aggravato la situazione, creando difficoltà anche per i premi annuali e le progressioni di carriera” (rif. La Repubblica 17 dicembre 2024, Concita De Gregorio).

SI.N.A.G.ECO esprime solidarietà ai dipendenti dell’ANBSC e sottolinea l’importanza di un riconoscimento tempestivo delle spettanze maturate, che dovrebbe estendersi anche ai professionisti esterni che collaborano con l’Agenzia.

Si aggiungono le osservazioni Procuratore di Napoli Nicola Gratteri intervenendo al convegno “Sequestro, confisca e valorizzazione delle aziende e dei beni confiscati alla camorra” tenuto  al Tribunale di Napoli il 24 ottobre 2024. « l’agenzia per l’amministrazione dei beni confiscati la immaginiamo e la immaginavamo esattamente l’opposto di come è ora. Se da un lato vi è la piena consapevolezza che lo strumento fondamentale per la lotta al crimine mafioso ed economico sia l’aggressione ai beni di provenienza illecita, dall’altro solo in un tempo recente si è compresa l’importanza di rimettere nel circuito legale questi beni. Ci risulta che in Italia siano in attesa di destinazione definitiva beni per un valore di diversi milioni di euro. Solo attraverso modifiche quella che è stata la lungimirante idea di Giovanni Falcone potrà ritenersi reale attività di aggressione ai patrimoni di origine illecita oltre che effettivo ed efficace strumento di contrasto alla criminalità organizzata».” (rif. Il Mattino  24.10.2024).

SI.N.A.G.ECO sottolinea che senza il contributo di questi professionisti, l’ANBSC sarebbe bloccata, e confida che il nuovo vertice dell’Agenzia, insieme al Ministero dell’Interno, possa trovare soluzioni rapide ed efficaci per risolvere tali problematiche.

Un Appello alle Istituzioni

SI.N.A.G.ECO richiama l’attenzione sul problema delle liquidazioni inevase e sulle condizioni lavorative dei professionisti coinvolti. Come riportato dalla stampa, l’ANBSC opera con una dotazione di personale insufficiente rispetto al fabbisogno stimato, aggravando ulteriormente le difficoltà operative. A ciò si aggiunge la mancanza di progressioni di carriera e il blocco dei premi annuali, decisioni che compromettono il morale e l’efficienza dei dipendenti e che inevitabilmente ricadono su i Coadiutori.

Il sindacato auspica che il nuovo vertice dell’Agenzia, in collaborazione con il Ministero dell’Interno, adotti misure rapide ed efficaci per affrontare queste problematiche. Garantire una gestione efficiente dei beni confiscati è una priorità strategica per l’intero Paese, e ciò richiede il giusto riconoscimento e il sostegno di tutti gli attori coinvolti.

Gli Amministratori Giudiziari e i Coadiutori rappresentano una risorsa fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata. Affinché il loro lavoro possa continuare a contribuire in maniera determinante al ripristino della legalità e alla restituzione dei beni confiscati alla collettività, è indispensabile risolvere le criticità legate alla remunerazione e al riconoscimento delle professionalità coinvolte.

SI.N.A.G.ECO continuerà a promuovere il dialogo con le istituzioni, vigilando affinché i diritti dei professionisti vengano rispettati, le problematiche gestionali superate, rendendosi disponibile sin d’ora a portare un proprio contributo tecnico sui tavoli di discussione nella possibile e necessaria evoluzione normativa.